10 gennaio 2009

Sono migrata!

Tutti invitati a bere il caffè nella mia nuova casa.

Vi aspetto numerosi :)

16 novembre 2008

LAVORI IN CORSO

Sto sistemando grafica e non solo.
A breve la nuova versione del blog online!

28 settembre 2008

Non so...

Avevo pianificato di scrivere dell'intervento di Paolo Giordano a Pordenonelegge.it. Ma già tanto è stato scritto e detto sui suoi numeri primi. Quindi vorrei ritagliare questo spazio per un numero secondo, secondo di sicuro per tiratura di copie, o forse anche meno di secondo.
Ora come ora sarebbe difficile battere il best seller e premio strega 2008, soprattutto per un autore che ancora non ha pubblicato nulla!

Mi riferisco a Matteo Greco, 26 anni, assistente di semiotica a Milano. Ma per prima cosa scrittore. Di poesie, racconti e con un romanzo in cantiere.
Un percorso di vita che ruota intorno alla scrittura, che esiste solo per essa. Matteo ha sempre scritto, da quando in terza elementare si è innamorato e ha capito che non poteva tenere per sè tutta la bellezza delle cose che sentiva e vedeva. Come dicono le sue stesse parole:
Scrivo per moltiplicare le mie gambe e i miei occhi e per stare qui e lì in questo momento, per tramontare fra i tetti di milano e sugli scogli vicino casa dove il mare ripete il suo amore a mia madre.

Un modo di scrivere il suo che ti coinvolge dalle prime righe, che ti trascina a forza nel suo mondo fantastico fatto di visioni poetiche e sognanti. Fatto di attese e di speranze. Un incantesimo che si ritrova in una delle sue ultime poesie:


Le cose che non so fare

Non so cucire
le ore che seguono e che precedono,
non so tenerle in tasca,
non so trovare
l’angolo della casa in cui stanno meglio.

Non so svegliarmi assieme alle ossa,
addormentarmi coi miei piedi.
Come un ospite indesiderato
Passo la notte nel cuore
E sporco dappertutto.

Non so accendere le parole,
spegnere il silenzio fra due dita.
Tendo al nulla
E alle sue declinazioni.

Non so tradurre le mani con cui mi guardi,
conservare un bacio nel portafogli.
Non so piegare la tristezza e i tovaglioli,
stendere al vento le cose che non dici.

Non so chiudermi di fuori
E aspettare che sia finito.
Non so perderti nella borsa,
farti scappare dalle mani mentre ti decoro.
Non so dimenticarti in fondo al frigo.
Non so perdere la chiave.

Non so cancellarti.
Mi fanno male le pagine.

Non so dissodare le otto e un quarto della sera.
Spegnere la notte sul comodino.
Infilarmi in un lungo bacio buio.

Non so come sarà.
Mi porto dietro questa sedia vuota
Salendo e scendendo per il giorno.

Non so asciugarmi
questo abbraccio freddo
che mi dai
sotto la pelle.